Data pubblicazione: venerdì 6 dicembre 2002
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MATERIALE PASTORALE - ROSARIO
S. ROSARIO meditazione dei Misteri della Luce
Affinché il Rosario possa dirsi in modo più pieno 'compendio del Vangelo', è perciò conveniente che, dopo aver ricordato l'incarnazione e la vita nascosta di Cristo (misteri della gioia), e prima di soffermarsi sulle sofferenze della passione (misteri del dolore), e sul trionfo della risurrezione (misteri della gloria), la meditazione si porti anche su alcuni momenti particolarmente significativi della vita pubblica (misteri della luce). Questa integrazione di nuovi misteri, senza pregiudicare nessun aspetto essenziale dell'assetto tradizionale di questa preghiera, è destinata a farla vivere con rinnovato interesse nella spiritualità cristiana, quale vera introduzione alla profondità del Cuore di Cristo, abisso di gioia e di luce, di dolore e di gloria.
(Dalla Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae)
Primo Mistero della Luce contempliamo il Battesimo di Gesù al Giordano.
Dal Vangelo secondo Marco: In quei giorni Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto.
Dagli Scritti del Servo di Dio, don Francesco Mottola: “Cristo, l’eterno nel tempo, guardava tutto sub specie aeternitatis, cioè sotto l’aspetto dell’eterno. Le piccole passioni nostrane alla luce dell’intelletto alla luce dell’eterno, nulla valgono – sono croci da sopportare – ottimamente. La grazia che ci ha donato Gesù Cristo, è cominciamento di gloria, alba di gloria. Il battesimo ci ha meritato questa albedine di gloria, la cresima l’ha confermata, l’Eucarestia ci ha dato la vita eterna – misticamente e realmente. Tutto è soprannaturale in noi, perché posto da Cristo Signore. L’Uomo Dio è nato nella storia, nella nostra storia, è morto per noi sulla croce. S. Paolo esclama: “La mia vita è Cristo” (Fil 1,21), e ancora: “Omnia in omnibus Christus” (Col 3,11). Così per noi” (Faville della Lampada, p. 263).
Secondo Mistero della Luce, contempliamo la presenza di Gesù alle Nozze di Cana.
Dal Vangelo secondo Giovanni: In quel tempo ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: Non hanno più vino. E Gesù le rispose:… Non è ancora giunta la mia ora. La madre dice ai servi: Fate quello che vi dirà.
Dagli Scritti del Servo di Dio, don Francesco Mottola: Gesù fu invitato a un banchetto nuziale, e andò anche la Mamma sua. Ad un certo punto mancò il vino. La Madonna con il suo intuito materno se ne è accorta, e guardò il Figlio suo. Intuì la volontà del Figlio, e disse ai servi: fate quanto Egli vi dirà. Gesù ordinò che le idrie fossero riempite di acqua, e subito l’acqua si mutò in vino, e in vino prelibato. Fu il primo miracolo di Gesù. L’amore è sempre unitario: si ama Dio e il prossimo in Dio. L’eros diventa agape per un rapporto di amore (Faville della Lampada, p. 338).
Terzo Mistero della Luce contempliamo Gesù che annuncia il Regno di Dio con l'invito alla conversione.
Dal vangelo secondo Marco: Dopo che Giovanni fu arrestato Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva “ Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo.”
Dagli Scritti del Servo di Dio, don Francesco Mottola: Signore convertirmi finalmente al tuo amore. Bisogna andare ad ogni costo alla sorgente della luce, dove si trova l’essenza e la natura delle cose. Perché in sostanza, le cose si svolgono attraverso la visione di Dio Onnipotente, e – salva la libertà per gli uomini, sotto l’imperio. Bisogna che l’uomo si faccia prestare gli occhi divini di Cristo, e attraverso la sua pupilla veda tutte le cose. Le cose acquistano unità, verità, bellezza – ma quando? Attraverso la legge, non solo, ma lo sforzo di ascesa ci vuole, e bisogna che Dio si comunichi all’anima che attende. Io attenderò sempre e implorerò con gemito inenarrabile che Dio si comunichi a me stesso. Maran Hata. Amen! (Faville della Lampada, p. 172)
Quarto Mistero della Luce, contempliamo la Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor.
Dal vangelo secondo Matteo: In quel tempo Gesù prese con se Pietro Giacomo e Giovanni e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro, il suo volto brillo come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce: Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia che conversavano con lui.
Dalle meditazioni e dagli Scritti del Servo di Dio, don Francesco Mottola: In alto Gesù trasfigurato: il volto più bello del sole e le vesti splendenti e bianchissime, e giù i discepoli, la folla, l’epilettico. E’ la nostra vita: rimanere in alto trasfigurati con Cristo, discendere a valle per la carità (Attingendo alle sorgenti, p. 167). “ Voglio, o Gesù, perdermi in te, vorrei in ogni istante, essere pieno della tua pienezza, ormai solo l’Uno (l’Infinito) mi attrae; il resto è nulla, non lo capisco, non lo amo” (Diario, 06.09.34).
Quinto Mistero della Luce, contempliamo l'istituzione dell'Eucaristia nella Cena Pasquale.
Dal vangelo secondo Luca: Quando fu l’ora prese posto a tavola, e gli apostoli con lui, e disse: “Ho desiderato ardentemente mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia Passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio”.
Dalle meditazioni del Servo di Dio, don Francesco Mottola: Nel Cenacolo: era Giovedì Santo, un vespro luminoso più dell’aurora: l’aurora dell’Eucarestia. Il Cristo chiedeva conforto, ma nessuno glielo dava. Ed ecco la mensa: era così dolce spezzare lo stesso pane, era così dolce sedere alla stessa mensa, mangiare nello stesso piatto la pasqua, ma i discepoli non capivano. Ad un certo punto Gesù si alzò, aveva lo sguardo luminosissimo: “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo, bevete, questo è il sangue mio; il corpo che sarà franto domani, il sangue che sarà sparso domani”. E da allora in poi il sacerdote, che è l’ombra di Cristo, sotto il peso di questa rappresentanza, sale l’altare e ripete il sacrificio (Attingendo alle sorgenti, p. 68).
Guardo a voi tutti, fratelli e sorelle di ogni condizione, a voi, famiglie cristiane, a voi, ammalati e anziani, a voi giovani: riprendete con fiducia tra le mani la corona del Rosario, riscoprendola alla luce della Scrittura, in armonia con la Liturgia e nel contesto della vita quotidiana. « O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza negli assalti dell'inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più». Papa Giovanni Paolo II
Don Giuseppe Sergio
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