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Data pubblicazione: martedì 9 marzo 2004  

MATERIALE PASTORALE - MEDITAZIONI

L’AMORE DEL PROSSIMO

Non abbiamo meno ragioni di amare i fratelli, di quante ne abbiamo di amare Dio stesso, poiché l’amore con cui ci amiamo gli uni gli altri è lo stesso abito, la stessa virtù, uno stesso amore che l’amore di Dio: amiamo la stessa cosa,sia che amiamo Dio, sia che amiamo gli uomini, perchè non amiamo altro che Dio negli uomini, e non amiamo gli uomini se non per Dio. Questi due amori sono come due parti d’un tutto; sono due anelli d’una stessa catena, due azioni prodotte da una stessa virtù, due opere di una stessa mano, due servizi resi a Dio ma che sono inseparabili, l’uno dei quali non potrebbe piacergli senza l’altro. Vedo che sono in grande illusione quei devoti che sono convinti di essere pieni dell’amore di Dio benché nutrono in cuore avversioni, gelosie, benché non restituiscono i beni altrui, o si compiacciano di macchiare la reputazione dei fratelli. Anche se ci fosse una sola persona al mondo che non amate come voi stesso,è invano che vi lusingate di amare Dio. Al contrario, quale motivo di consolazione in questa stessa verità per le persone caritatevoli! Capita di vedere anime buone che si preoccupano perché, dicono, non sentono amor di Dio, si vedono fredde nelle loro preghiere, il loro cuore non ha una scintilla del fuoco che ha infiammato i santi. Poi dubitano se sono in grazia di Dio, se Dio le ama,,, visto che esse l’amano tanto poco. Consolatevi, anima cristiana; avete più amore di quanto non crediate. Non solo non desiderate male a nessuno, ma desiderate il bene; e ne fate quanto potete a tutti. Voi non sapete cosa sia la vendetta; lungi dall’accorarvi a causa della prosperità dei vostri fratelli, partecipate nel favorirli: in un parola, voi amate il prossimo. Non abbiate dubbi sul vostro amore per Dio; questi due amori non si separano. E’ impossibile che l’uno vada senza l’altro: Unum sine alio inveniri impossibile
est.
Il nostro prossimo è di Dio: è opera sua, il suo bene, il
Suo possesso; è lui che l’ha formato con le sue mani,,,che l’ha messo nel mondo come nel suo palazzo, per farlo servire alla sua gloria e all’esecuzione dei suoi disegni eterni. Ecco un motivo che deve indurci a onorare e a rispettare tutti gli uomini: per rispetto al Signore a cui hanno l’onore di appartenere. Onoriamo perfino i più umili valletti delle persone d’alto grado; di queste rispettiamo perfino lo stemma sui loro cavalli e sui loro muli; non tocchiamo neppure ciò che porta il loro nome o la loro livrea;, se abbiamo ricevuto qualche insulto, qualche oltraggio dalla loro gente, possiamo lamentarcene, ma non oseremmo farci giustizia da soli. Ecco perché nella Scrittura è detto: nessuno si prenda la libertà di vendicarsi da sé degli affronti e delle ingiustizie subite; io penserò a punire coloro che vi hanno offeso. Ma, siccome tutti gli uomini sono miei, se siete tanto temerari da mettere le mani addosso a qualcuno di loro senza aver ricevuto da me l’ordine o l’autorizzazione, vi rendereste colpevoli di un attentato che non lascerei impunito.
Sapete meglio di me come l’amore si estende a tutto ciò che circonda la persona amata, a tutto ciò che ha qualche rapporto con lei. Non amiamo soltanto gli amici; amiamo anche i loro figli e i loro domestici; amiamo perfino i loro cavalli e i loro cani. Un uomo veramente innamorato non adora soltanto l’oggetto della sua passione; ama intensamente anche tutto ciò che gli appartiene; non vede senza emozione né la sua casa, né i suoi mobili, né i suoi gioielli; se trova un guanto, un fazzoletto, non riesce a nascondere l’emozione che questi oggetti gli causano. Se questo è vero; Dio mio, quanto poche sono le persone che vi amano veramente! Poiché, insomma, se avessimo un po’ di amore per voi, ci sarebbe meno penoso amare i fratelli, vostri servitori e vostri figli.
Come potremmo odiare le creature che voi avete tratto dal nulla, e che sono tanto utili alla vostra gloria? Non c’è filo d’erba,non c’è il minimo insetto sulla terra che non sia vostro e che non proclami la vostra saggezza e la vostra onnipotenza. Ma gli uomini sono, per così dire, la più bella porzione della vostra eredità; e l’ultimo di loro vi dà più gloria che tutte insieme le creature sensibili.
I ritratti di persone che amiamo teneramente ci sono
preziosi, e li troviamo amabili in se stessi. Siccome è con il loro aiuto che ci consoliamo dell’assenza e anche della stessa perdita degli amici, vogliamo averli sempre davanti agli occhi. Non ci conteniamo di conservarli caramente; li chiudiamo in scrigni d’oro, li orniamo di pietre preziose, li baciamo, li veneriamo, prestiamo loro tutti i segni di tenerezza e di rispetto che presteremmo all’originale se fosse presente. Per questo santa Teresa provava tanto piacere a guardare le immagini di nostro Signore; e dice che si augurava di trovarne dovunque volgeva lo sguardo: Tutte le creature sono immagini di Dio, ma l’uomo è quella che più gli rassomiglia e che è più perfetta. Perciò se amassimo Dio quanto il demonio lo odia, avremmo tanto amore per i nostri fratelli quanto il demonio ne ha avversione. E non dobbiamo scusarci con le cattive qualità di mente e di corpo del nostro prossimo. Al contrario, se vogliamo testimoniare a Dio che lo amiamo veramente, non dobbiamo badare né i talenti, nè alle imperfezioni dei fratelli, né ai loro vizi, né alle loro virtù. Dio mio, per obbligarmi ad amare il mio prossimo mi basta che percepisca in lui la vostra immagine, che vi scopra uno solo dei vostri tratti. Che l’immagine sia d’oro o di argilla, che il tratto sia inciso su un diamante o su un mattone, non trascurerò di rispettarlo e di amarlo, per amore vostro,
Dio ama il nostro prossimo e l’ama nella maniera più tenera e più forte. Secondo le parole del profeta, Dio ama tutto ciò che ha fatto. In maniera che, come l’amore che abbiamo per qualcuno in qualche modo in lui ci trasforma, ne assumiamo gli interessi, i sentimenti, le passioni, non viviamo se non in lui e per lui; così se amiamo Dio, odieremo solo ciò che egli odia e ameremo solo ciò che egli ama. Ma qual è l’amore che Dio ha per il nostro Fratello? Non è amore debole e fiacco: l’ha portato a morire per vostro fratello! Come potete, dunque, dire che amate Dio, che vivete solo in lui e grazie a lui, che avete un solo cuore con lui, quando il vostro cuore ha movimenti tanto contrari al suo, amate tanto debolmente, forse odiate ciò che egli ama con tanto eccesso?
Dite pure, del prossimo, tutto quello che vi piacerà; fate di lui il ritratto più sfavorevole che potrete; dipingerlo usate tutti i colori più scuri; dite pure che è un vigliacco, che è perfido, violento, interessato, che non ha intelligenza, né buona condotta, né virtù, né pietà, né religione: ma cos’ com’è Dio lo tollera, gli fa del bene, lo ama e vi ordina di amarlo. Ma egli vi ha tradito, vi perseguita, vi spoglia, vi maltratta, vi odia a morte; fa lo stesso col nostro Dio; e il nostro Dio non cessa di amarlo. Direte che Dio è cieco, che non è ragionevole nella sua passione, che ama ciò che dovrebbe odiare? Quanto dovete essere delicato per non riuscire ad amare quello che Dio ama.
L’amore che unisce tutte le cose fa un solo oggetto del nostro Dio e del nostro fratello, l’oggetto della tenerezza e dell’amore di Dio. Così come non si può amare Dio senza amare tutto Ciò che è in Dio, tutto ciò che è unito a lui, che è una sola cosa con lui; noi non possiamo amare Dio senza amare allo Stesso tempo il prossimo.
Se c’è un solo uomo che non ci ama, ci sentiamo infelici.
Perciò dovete amare tutti; e se c’è uno solo che non amate non avete carità, perché il motivo della carità è universale, per tutti gli uomini, come quello della fede, che è per tutti gli articoli. <>. C’è dunque, negli altri, qualche ragione che non c’è in questa. Questa ragione non è Dio Dunque il vostro amore non è carità cristiana.
State bene attento a non lamentarvi di questa legge, come se fosse troppo dura, perché è fatta a vostro vantaggio. E’ un effetto della tenerezza che Dio ha per voi; vuole che tutti vi amino. Orinandovi di amare i vostri Fratelli, ordina a tutti i fratelli di amarvi.
Che ingratitudine violare per primo una legge che Dio ha Fatto solo per noi! Ma quanto pochi l’osservano! La maggior parte della gente non ama nessuno: amano solo se stessi e il proprio tornaconto. Ma tra coloro che per natura si affezionano, quanto il loro amore è limitato ai parenti, a qualche amico! La vera carità abbraccia tutto; non fa distinzioni. La virtù dei buoni le causa gioia; i vizi del malvagio la muovono a pietà; ma non ha avversione per nessuno, giudica tutti bene e preferisce ingannarsi piuttosto che condannare perfino i malvagi. Anche se non vi fosse un precetto di amare i nemici, essa lo farebbe, perché ritrova in loro motivi di amore che negli altri.
L’amore che la maggior parte degli uomini hanno gli uni per gli altri è un amore apparente, che non ha nulla di reale, niente di effettivo; è un amore politico; non piace avere nemici; vogliamo amare tutti, perché vogliamo essere amati da tutti. Non esiste persona tanto meschina di cui non si può aver bisogno in qualche circostanza. Uno che non potrebbe nuocervi personalmente, vi nuocerà col suo prestigio, la sua lingua; lo stesso vale per il bene. E così ci facciamo tanti complimenti, tante moine, dissimuliamo; se si tratta di servizi effettivi, siamo ne commercio; si dà per ricevere; il cuore non ha niente a che vedere in tutto questo.
Niente mostra meglio i nostri obblighi verso il prossimo quanto il comandamento di amarlo come noi stessi. Questa regola: << Amerete il vostro prossimo come voi stessi>>. Elimina ogni pretesto, ogni dissimulazione. Infatti, ditemi, vi prego c’è qualcosa al mondo di più sincero, di più remoto da ogni finzione che l’amor proprio? L’amor proprio ci persuade che siamo molto migliori di quanto siamo; ci rende ciechi, ci nasconde i nostri difetti, ci fa trovare grandi i minimi malanni di cui soffriamo, ci rende delicati con noi stessi. Esige perfino le soddisfazioni e ci fa credere che è per necessità quello che è per il piacere e l’avarizia. E’ duraturo, accompagnandoci fino alla morte.
Voi lo sapete, anime sante. Così dobbiamo amare il prossimo, se vogliamo amarlo come noi stessi e osservare la legge.
Dobbiamo amare il prossimo, secondo il Vangelo, Come Gesù Cristo ci ha amati. Con questo precetto ci viene ordinato di amare il prossimo, non più come noi stessi.
Ma come ci ha amato Gesù Cristo? Ci ha amato solidamente, ci ha amato in vista della nostra salvezza, per l’eternità. Non con un amore che si limita a vuoti segni di tenerezza, o che lo porta a procurarci beni fragili e temporali:. Tutto il suo amore tende a renderci eternamente felici. E che cosa non ha fatto per questo? In hoc cognovimus caritatem Dei, quondam ille animam suam pro nobis posuit. Ecco come deve essere il nostro amore per il prossimo e fin dove deve arrivare. Donna, è così che dovete amare vostro marito, i figli, gli amici, i nemici; e se è necessario, per questo dare fino all’ultima goccia del vostro sangue: Et nos debemus pro fratribus animas ponere. Con le parole, con le preghiere, ma soprattutto con l’esempio. Ma lo facciamo? Non facciamo, al contrario, tutto quello che possiamo per dannare gli uomini? Cosa vediamo in società? Quanta gente spinge gli altri nel precipizio con parole e azioni ingannevoli, adulazioni, parole ambigue, con l’abbigliamento, i gioielli e il mettersi in mostra. Non si tenta perfino di corrompere coloro che vogliono darsi a Dio, con critiche e scherni?

Claudio De La Colombiere s.j., Santo

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Giovanni Paolo II

"Desidero esprimere la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere alle generazioni future nello spirito che sempre lo ha animato"
Messaggio nel centenario della consacrazione del genere umano al Cuore divino di Gesù


Parole di Gesù Divina Misericordia a
Santa Faustina Kowalska
Oggi, sotto la guida di un angelo, sono stata negli abissi dell'inferno. E un luogo di grandi tormenti per tutta la sua estensione spaventosamente grande. Queste le varie pene che ho viste: la prima pena, quella che costituisce l'inferno, è la perdita di Dio; la seconda, i continui rimorsi di coscienza; la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai; la quarta pena è il fuoco che penetra l'anima, ma non l'annienta; è una pena terribile: è un fuoco puramente spirituale acceso dall'ira di Dio; la quinta pena è l'oscurità continua, un orribile soffocante fetore, e benché sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio; la sesta pena è la compagnia continua di satana; la settima pena è la tremenda disperazione, l'odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie. Queste sono pene che tutti i dannati soffrono insieme, ma questa non è la fine dei tormenti. Ci sono tormenti particolari per le varie anime che sono i tormenti dei sensi. Ogni anima con quello che ha peccato viene tormentata in maniera tremenda e indescrivibile. Ci sono delle orribili caverne, voragini di tormenti, dove ogni supplizio si differenzia dall'altro. Sarei morta alla vista di quelle orribIli torture, se non mi avesse sostenuta l'onnipotenza di Dio. Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà torturato per tutta l'eternità. Scrivo questo per ordine di Dio, affinché nessun'anima si giustifichi dicendo che l'inferno non c'è, oppure che nessuno c’è mai stato e nessuno sa come sia. Io, Suor Faustina, per ordine di Dio sono stata negli abissi dell'inferno, allo scopo di raccontarlo alle anime e testimoniare che l'inferno c'è.
 


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