Data pubblicazione: sabato 10 giugno 2006
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MATERIALE PASTORALE - ARTICOLI
DALLE FAVOLE DEL CODICE DA VINCI ALLA VERITÀ DEL VANGELO.
L’Apostolo Pietro nella sua Seconda Lettera ci ammonisce: “Infatti, non per essere andati dietro a favole artificiosamente inventate vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza” (2Pt 1, 16). Al contrario è quello che molti cristiani fanno da un po’ di tempo con il gran parlare sia del libro di Dan Brown che ha venduto circa 25 milioni di copie, che del film che è ormai in proiezione in tutte le sale cinematografiche del mondo, però vige ancora molta confusione specialmente tra i cattolici riguardo hai contenuti e alle “clamorose scoperte” che tale libro afferma di mettere in luce. Qui non sarà possibile dare un’ampia citazione e spiegazione di tutti gli errori del libro (che è quasi tutto un errore voluto e per ignoranza), ma solo dei più eclatanti. Per dare subito il tono e per capire di fronte a che tipo di “opera” ci troviamo, cito alcuni giudizi fatti sui giornali di tutto il mondo anche da autori non cattolici. Il libro è stato definito: il codice delle corbellerie, il codice delle frottole, incredibile costruzione menzognera, l’opera mescola in modo così confuso realtà e fantasia; e riguardo al film: la traduzione del «Codice» su grande schermo è al limite dell’impresentabilità, i critici cinematografici di tutto il mondo al festival di Cannes sono scoppiati in una clamorosa risata; e potrei continuare con una serie infinita di citazioni fatte da critici e studiosi, anche di estrazione non cattolica sulla totale inaffidabilità del contenuto sia del libro che del film. Ma quali sono le affermazioni del “novello evangelista” Dan Brown, poiché ha riscritto a sua immagine e somiglianza ( o di chi glielo ha commissionato) l’intero Vangelo? La prima è più assurda è che Cristo in realtà non si sia mai proclamato Dio, ma che ciò è stato fatto dalla Chiesa, la quale nasconde gelosamente il misterioso segreto e i documenti che negano che Gesù sia Dio in quanto i Vangeli non ne parlerebbero. L’altra affermazione ridicola è che Gesù non sarebbe stato celibe “ma avrebbe avuto una figlia con la Maddalena, la quale l’avrebbe portata in Francia, dove avrebbe dato origine alla dinastia dei Merovingi, siamo davanti a una di quelle fantasie su cui si può solo ridere. Allo stesso modo si è costretti a ridere, come hanno fatto tutti gli storici del Medio evo, di fronte alla tesi che le crociate furono fatte per distruggere le prove della discendenza di Gesù”. Una mistificazione di tali dimensioni forse si può trovare solo guardando al passato a ciò che è avvenuto in Germania con l’avvento del nazismo e d’altronde per i nostri tempi Benedetto XVI ha parlato di dittatura del relativismo. Uno dei principi della propaganda nazista dettati da Itler è questo: bisogna mentire con piena convinzione e più è grande la menzogna più inciderà nelle coscienze e lascerà l’impronta anche dopo che è stata scoperta. Questo è il principio che ha usato Dan Brown, che purtroppo anche in ambiti cattolici viene sottovalutato. L’affermazione che nel 325 con il Concilio di Nicea l’imperatore «Costantino commissionò e finanziò una nuova Bibbia», mentre «i vecchi vangeli vennero messi al bando, sequestrati, bruciati» è totalmente infondata e volutamente falsificata. Vi sono intere biblioteche colme di libri di studiosi di fama internazionale, alcuni di essi molto critici nei riguardi del cristianesimo, che affermano che i quattro Vangeli e gli scritti del nuovo Testamento giunti fino a noi sono stati scritti pochi anni dopo la crocifissione di Gesù Cristo, circa 250 anni prima di Costantino. Per quanto riguarda i vangeli cosiddetti apocrifi citati da Brown, questi sono del secondo, terzo secolo dopo Cristo e i massima parte sono leggendari e inaffidabili, appunto perché scritti da persone che hanno usato il nome di un apostolo o di un evangelista per avere autorità, senza però avere una testimonianza diretta dei fatti o il contatto con coloro che a quegli eventi erano stati presenti quali testimoni credibili. Dunque è universalmente riconosciuto che per trovare il Gesù storico dobbiamo rivolgerci ai quattro vangeli canonici e a tutto il Nuovo Testamento. E in questi Vangeli non c’è traccia del primato affidato da Cristo alla Maddalena, né del fatto che quest’ultima fosse «di famiglia reale», e meno che mai del matrimonio fra loro, fatto, secondo Brown, per stringere un’alleanza tra due casate principesche per prendere il potere in Israele, cosa a cui Gesù ha rinunciato quando ne aveva l’opportunità e affermando che “il mio regno non è di questo mondo”. Al contrario l’Apostolo Giovanni riguardo al Cristo afferma nel prologo del suo Vangelo: “ In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio… E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. (Gv 1, 1. 14.). E riguardo alla testimonianza apostolica cosi scrive nella sua prima lettera: “Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l’abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo” (1Gv 1, 1-3.). Il Nuovo testamento trabocca di passi dove Gesù o i Suoi Apostoli affermano la Sua divinità (sarebbe bene leggerli e meditarli di più). È bastata qualche storiella su Maometto per scatenare una crisi internazionale con decine di morti e l’indignazione di tutto il mondo islamico, ma quando si tratta di diffamare e calunniare Cristo e la Sua Chiesa tutto è lecito e sembra che a goderne spesso siano proprio i cristiani (una sorta di suicidio spirituale, culturale e morale di massa), i quali comprando il libro e andando a vedere il film rimangono confusi e disorientati e riempiono le tasche di gente senza scrupoli nei riguardi sia della fede sia della verità. Solo la diffusa ignoranza religiosa e la mancanza di formazione morale spiega come qualcuno possa prendere sul serio un tale cumulo di affermazioni calunniose e a dir poco ridicole contenute nel Codice da Vinci, che poi, per concludere, da Vinci non è. ”L’idea stessa di un «codice Da Vinci» nascosto nelle opere dell’artista italiano è stata definita «assurda» dalla professoressa Judith Veronica Field, docente alla University of London e presidentessa della Leonardo Da Vinci Society. Senza contare tutti gli errori e gli strafalcioni che Dan Brown fa anche riguardo a semplici indicazioni letterarie, storiche, ecc. che testimoniano la bassezza della sua ignoranza oltre che la mala fede. Penso che sia giunto il tempo in cui noi cristiani cattolici dobbiamo riappropriarci della verità e della grandezza della nostra fede che secondo le parole di Gesù è “la luce del mondo e il sale della terra” e saper dare testimonianza con le parole e con la vita al Vangelo di Cristo che rimane per tutti gli uomini e per tutti i tempi la speranza di mondo fondato sulla verità, sulla giustizia e sull’amore e in cammino verso il pieno incontro con Dio.
Sac. Pietro Cutuli
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