Data pubblicazione: martedì 17 gennaio 2006
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MATERIALE PASTORALE - ARTICOLI
La Chiesa Icona della Trinità: Società d’amore.
La Chiesa, fondata e innestata nella Trinità SS.ma – fonte e oceano di amore e di bontà, vita di comunione -, esperta in umanità e serva dell’uomo, sull’esempio del suo Divino Fondatore Cristo Gesù, che è venuto nel mondo per servire e non per essere servito, ha da sempre inculcato nei suoi fedeli la vita di comunione e di associazione per sviluppare la partecipazione e la testimonianza nella tensione del camminare insieme per vivere insieme e insieme costruire la casa comune dell’uomo senza distinzione di razza, di nazionalità, di colture avendo come fonte di culmine l’amore e come pure la realizzazione dell’uomo come figlio di Dio. La Chiesa, con la testimonianza e la partecipazione dei suoi figli si edifica come famiglia di Dio, come scuola d’umanità e di comunione, come laboratorio di pace e di fraternità: sono i grandi valori, pilastri della convivenza umana, nella quale ogni uomo si deve sentire figlio dell’umanità e cittadino del mondo. La costruzione della casa comune non può portare che dal cuore dell’uomo pacificato, aperto agli altri, partecipe e responsabile della vita del mondo. Un cuore pacificato si apre innanzi tutto a Dio, che è la nostra pace, se non è il Signore a costruire la casa, invano si applicano i costruttori, e si apre ai fratelli, suoi compagni di viaggio e di vita. Non nasce la pace del mondo né la convivenza umana del senso e dalle risorse materiali, ma dal cuore dell’uomo abitato dallo Spirito dell’Amore: il cuore umano, il cuore che ama. La recente conferenza nella fame nel mondo ha confermato una triste realtà: più aumentano la ricchezza e le risorse materiali e più spaventosamente si dilatano nel mondo la fame e gli stenti dei poveri, degli emarginati prendendo atto con amnenza che ogni sei secondi muore nel mondo un uomo per fame, nel seno della civiltà opulenta. La pace, la convivenza umana partano dal cuore dell’uomo e dalla sua capacità di farsi carico della vita di tutti. L’educazione alla socialità, alla solidarietà, alla mondialità devono perciò sviluppare la partecipazione e la responsabilità dell’uomo per camminare insieme agli altri, insieme vivere, e costruire insieme un mondo, in cui ogni uomo si sente accolto amato e sostenuto. La sequela di Gesù, che è venuto per insegnarci la vita come amore e a saper vivere nella comunione, deve rendere i cristiani lievito e fermento nella costruzione di un mondo nuovo. Per vivere l’amore nella comunione Gesù ci ha insegnato ad essere “ poveri”, cioè sapersi spogliare del proprio egoismo e della tentazione di sopraffare gli altri, per aprirci agli altri nel dono di sé mettendo insieme le proprie energie vitali, spirituali, umane e le proprie risorse. Il Papa più volte ha richiamato i cristiani a farsi carico e ad essere responsabili di questo passo di comunione e di pace, invitando alla partecipazione e alla vita associativa, ma ammonendo a partire e a costruire sugli autentici valori dell’uomo in una spiritualità di comunione. Così scrive il Papa”: prima di programmare iniziative concrete occorre promuovere una spiritualità di comunione facendola emergere come principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l’uomo e il cristiano…….. Spiritualità della comunione significa innanzitutto sguardo del cuore pertanto nel mistero della Trinità che abita in noi, e la cui luce va colta anche nel volto dei fratelli che ci stanno accanto. Spiritualità della comunione significa inoltre capacità di sentire il fratello di fede dell’unità profonda del corpo mistico, dunque, come “uno che mi appartiene, per saper condividere le sue gioie e le sue sofferenze per intuire i suoi desideri e prendersi cura dei suoi bisogni, per offrirgli una vera e profonda amicizia. Spiritualità della comunione e pure capacità di vivere innanzitutto ciò che di positivo c’è sull’altro, per accoglierlo e valorizzarlo come dono di Dio: un dono per me”, oltre che per il fratello che lo ha direttamente ricevuto. Spiritualità della comunione e infine saper “fare spazio” al fratello, pertanto i pesi gli uni e dagli altri, e respingendo le tentazioni egoistiche che continuamente ci insidiano e generano competizione, carrierismo, diffidenze, gelosie. Non ci facciamo illusioni: senza questo cammino spirituale, a ben poco servirebbero gli strumenti esteriori della comunione. Diventerebbero apparato senz’anima, maschere di comunione più che sue vie di espressione e di crescita. In una società bavagliata da una crisi di dolori che genera frammentazione, evasione, chiusure egoistiche e corporative favorendo modelli individualistici nella organizzazione della società e generando conflitti e sofferenze, solo il richiamo ai grandi valori dello spirito può riportare il mondo alla fiducia, alla speranza, alla serenità, alla gioia di vivere insieme. Il Cristiano con la sua presenza, la sua testimonianza e la sua partecipazione deve essere profeta, protagonista, lavoratore instancabile sui sentieri di Dio nella storia, che sono sentieri di comunione e di pace. Partendo dall’insegnamento del Papa il cristiano deve essere modello di partecipazione alle sorti del mondo anche attraverso la vita anocistica. L’avvio della nuova primavera dell’associazionismo nella chiesa nasce dall’esigenza di essere presenti e impegnati nelle sorti dell’umanità. Ricordo le parole gravi e in giustificative della “Lettera a Diogneto” per i primi cristiani: “E’ così alto il posto che Dio ha affidato ai cristiani, che a nessuno è lecito disertarlo”. Anche il Vaticano II promosso, favorite e sostenete la vita anocistica dei fedeli come loro diritto-dovere di partecipazione alla vita della Chiesa e della società. Partecipazione alla vita anocistica devono innestarsi alla creatività evangelica della parabola dei talenti, all’esigenza del servizio e all’inventiva dell’amore e della comunione nella vita sociale. In questo solco e in quest’alveo nasce l’intuizione di creare nella nostra Diocesi una Associazione che si ispira alla comunione con Dio e con i fratelli aprendosi al servizio dei più deboli e più emarginati. Leggo il suo statuto: “L’Associazione Sacro Cuore” nasce dal desiderio di rendere visibile la testimonianza al Vangelo della Carità per l’uomo. Per questo al centro dell’Associazione c’è il “Cuore di Gesù”, il cuore che ha tanto amato il mondo riversando su di esso tutta la ricchezza e la potenza dell’Amore di Dio. Dal cuore di Gesù, dall’irruzione del Figlio di Dio “che si fa carne e che ha posto la sua tenda in mezzo a noi” la grande lezione della presenza, della testimonianza, della partecipazione e del servizio come dono di se agli altri. Dal Cuore di Dio al cuore dell’uomo, riflesso del cuore di Dio, che si apre – non si chiude! Ai fratelli come segno tangibile di carità verso tutti, ma prima di tutti verso i sofferenti, i poveri e i deboli del mondo. Il messaggio di Gesù si fa carne per una nuova umanità che viva nella pace, si costituisca nella giustizia e nella solidarietà, si realizzi nell’amore e nell’umanità. Come modello di vita e di testimonianza l’Associazione si ispira a D. Mottola, il grande Sacerdote di Tropea, che ha offerto la sua vita per servire i fratelli, lasciando a tutti “un patrimonio, spirituale, morale e sociale attualissimo anche per i nostri tempi”. L’amore all’uomo, partendo dall’amore di Dio, la solidarietà la promozione e la tutela della dignità umana, in una vasta gamma di servizi, sono i pilastri dell’Associazione. Dal Cuore di Gesù bisogna attingere ispirazione, entusiasmo, coraggio e vitalità, seguendo le orme della Madonna e dei Santi, che sono il profumo di Dio in questa terra, che a volte sa più di sapienza e di violenza che di amore e di solidarietà. L’Associazione viva, cresca, coinvolgendo nella sua vita tanti uomini e donne, che desiderano realizzarsi come costruttori di pace amando i fratelli con il dono della propria vita.
Mons. Domenico Tarcisio Cortese, Vescovo
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