Data pubblicazione: lunedì 3 maggio 2004
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MATERIALE PASTORALE - CATECHESI
I principali metodi
-Ad una data meta si può arrivare per più strade , con viaggi differenti. Anche per insegnare una verità il catechista può scegliere più strade o viaggi, che si chiamano metodi. Qui spieghiamo, con parole semplicissime, i matodi principali. a)Metodo induttivo o viaggio di andata -Il catechista considera la risposta del catechismo come un punto di arrivo. Dopo averla esaminata, si chiede: per comprendere questa formula qui, quali idee devono avere questi miei fanciulli? Quali parole devono capire?... Queste e queste.... Procuro di metterle nella loro testa nel modo più attraente possibile; quando le idee e le parole saranno entrate, leggerò ai fanciulli la risposta, o la farò leggere, e la capiranno subito. Facciamo un esempio pratico. Il catechista deve spiegare la formula del catechismo di Pio X: "L'anima è la parte spirituale dell'uomo, per cui egli vive, intende ed è libero". Il catechista si chiederà: quali sono in questa formula le parole che i miei allievi non conoscono? Esaminando troverà che sono:"parte dell'uomo", "spirituale", "vivere", "essere libero". Allora può raccontare la creazione di Adamo:...... il corpo dell'uomo era fatto, ma giaceva disteso per terra, non si muoveva, non parlava.... Il Signore soffiò.... L'uomo diventato vivo, balzò in piedi, cominciò a parlare........ Ecco l'uomo diventato completo: prima che Dio soffiasse esisteva soltanto una parte dell'uomo, il corpo. Dopo il soffio c'era anche l'altra parte: l'anima (ed ecco detto come l'anima è la parte spirituale.) ...Una parte importante. Se non c'era l'anima, il corpo di Adamo sarebbe rimasto per terra, rigido, freddo come i sassi. E' per l'anima che ha potuto balzare in piedi e muoversi e camminare. E' l'anima che dà la vita, che fa vivere. Un sasso non si muove, non cresce, non vede, perchè è senz'anima: i conigli, le lucertole, gli uccelli mangiano, ecc. perchè hanno anch'essi una specie di anima ( e così i fanciulli capiscono che l'anima fa vivere). E continua facendo conoscere ai fanciulli le rimanenti parole: "spirituale", "intendere", "essere libero". Quando finalmente vede che tutte le idee e parole prima sconosciute sono capite, il catechista tira fuori la formula e dice: Adesso, state attenti, che impariamo una bella cosa: "L'anima è...". E alla formula i fanciulli non faranno brutto viso perchè già la conoscono, la capiscono subito, si convincono che la impareranno facilmente. Questo metodo è razionale, piacevole per i fanciulli, ma un pò difficile per il catechista. E' razionale, perchè giustamente procede dal facile al difficile, da ciò che si sa a ciò che non si sa. Piace ai fanciulli perchè, prima che la risposta arrivi, li fa navigare nel mare dell'avventura e dell'imprevisto; arrivata la risposta, chiara e limpida, li fa lieti come di una scoperta. E' un pò difficile, perchè richiede spirito di iniziativa, brio e preparazione accurata. b)Metodo deduttivo o viaggio di ritorno -Il catechista considera la risposta come un punto di partenza. La legge ai fanciulli, le spiega ogni membro e tutte le parole, anche le più facili, e non si dà pace finchè tutte le parti e tutte le parole non sono state ben capite da tutti gli alunni. Questo metodo è più facile per il catechista, meno attraente per i fanciulli. Più facile, perchè il catechista non ha che da seguire la formula. Smontare un meccanismo è molto più semplice che rimontarlo. Ora il metodo deduttivo smonta, pezzo per pezzo, il meccanismo della formula, mentre il metodo induttivo lo ricostruisce. Meno attraente per i fanciulli, perchè presenta loro subito una formula non spiegata, ancora oscura, che non capiscono e non amano. -I due precedenti metodi possono essere anche riuniti in un viaggio di andata e ritorno. Così: il catechista spiega prima la risposta con metodo induttivo, portando i fanciulli alla conquista della formula; una volta che i fanciulli hanno capito la formula, la fa spiegare di nuovo da loro deduttivamente, interrogandoli su tutte le parole. -Il Metodo induttivo non va confuso con il metodo intuitivo ( intuire=vedere) che vuol dire: servirsi di immagini, fatti, esempi, ecc., per far sì che i fanciulli "vedano" le cose. c)Metodo attivo -Il catechista, insegnando, si preoccupa non solo di fare e parlare lui, ma soprattutto di far fare agli alunni e di farli parlare adoperando tutti i mezzi che ha a sua disposizione. E' il metodo che ha usato anche il Signore, ma che è stato studiato scientificamente in questi ultimi anni. Si è visto infatti questo: - ai ragazzi piace fare; - quello che piace, resta loro più impresso; - per fare, il fanciullo è obbligato a riflettere di più; - dopo aver fatto, dimentica meno. Ho due studenti: uno s'è letto un intero trattato sulla radio, il secondo s'è costruita una radio. Quest'ultimo conoscerà meglio la radio. Vedo un ragazzo che sfreccia via in bicicletta. Non mi passa neppure per la testa di chiedergli che libro ha studiato per andare in bicicletta. Ha provato e riprovato e presto sarà molto bravo. -Non bisogna credere che il lavoro attivo del ragazzo si riduca al "quaderno" con un pò di disegni, preghierine o immagini ritagliate e incollate. Il bravo catechista mette in moto tutto ciò che è nel ragazzo: la lingua, interrogandolo spesso e lasciandogli fare domande; gli occhi, mostrandogli immagini, cartoline, cartelloni, proiezioni luminose, spettacoli della natura, oggetti sacri, invitandolo a fare disegni, compiti, preghiere scritte; i piedi e tutto il corpo, conducendolo a visitare una chiesa, un cimitero, facendogli riprodurre qualche scena del Vangelo; il desiderio di gareggiare, di portar via dei primati, inquadrandolo in una squadra che compete con un'altra; il desiderio di ariivare subito ad un risultato pratico, abituandolo a pregare, a far l'opera buona, ossia la "vittoria" o "frutto pratico". -Spiegheremo più sotto tutte queste belle cose, che costituiscono i vari aspetti dell'attività. Basti per ora notare che il metodo attivo, se vuole, può abbracciare tutti i metodi:m l'induttivo, il deduttivo, l'intuitivo, ed altri ancora qui non ricordati.
Giovanni Paolo I, Papa
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