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Data pubblicazione: giovedì 27 febbraio 2003  

RUBRICHE - VIVERE INSIEME

Lo spirito di…vino

L’Alcol è da sempre presente nella storia dell’uomo, si potrebbero citare Ulisse che fece ubriacare Polifemo per accecarlo; la maga Circe che ubriacò a sua volta Ulisse per coricarsi con lui. Platone stesso, nel Simposio, quando parla dell’origine di Eros, dice che Penia (la povertà) approfittò della ubriacatura di Poros (l’Espediente) per giacere con lui e concepire. A queste mitologie si possono aggiungere percorsi che non fungono da archetipi interpretativi dell’esistenza umana ma che toccano la vita delle persone: è di ieri la notizia che un ragazzo di appena 24 anni, tornando a casa ubriaco ha preso a coltellate la moglie di 21 anni, incinta, facendole perdere la piccola creatura. L’Alcool è però tollerato dalla nostra società, si pubblicizza, è commercializzato su larga scala, si trova a buon mercato. I giovani poi vanno matti per la birra che di fatto rappresenta la sostanza più consumata, se ne beve di più perché a basso costo e molto più pubblicizzata. Si è sviluppato poi, nelle compagnie giovanili un nuovo modo di bere: i ragazzi sono capaci di vivere una astinenza da lunedì a venerdì, arrivato il sabato, ad un bere moderato o all’astinenza si alterna un vero e proprio sballo che vede non solo la presenza di alcool ma di droghe chimiche, di fumo e via discorrendo, cocktail micidiale del week-end che, oltre a mandare in fumo una marea di neuroni, crea uno stato confusionario da non consentire un sereno ritorno a casa. Il più delle volte si resta sulla strada, appiccicati ad un lampione o in una scarpata per essere poi trasportati direttamente all’obitorio. Eppure l’alcol, consumato nelle sue varie forme, è di moda fra gli uomini con una percentuale crescente anche fra le donne, le quali non disdegnano un buon bicchierino da gustare anche più volte durante la giornata. L’incidenza del fenomeno, sul nostro territorio è di 3 a 1 per gli uomini. Per chi guida due bicchieri di vino sono sufficienti per essere passibili di contravvenzione. Il costo sociale che tutti i contribuenti affrontano è altissimo e le cifre per comodità vengono occultate. Quanto si paga in vite, cure, riabilitazione, strutture, medicine, sofferenza, è rapportabile a cifre da vertigini. E’ un costo però che vale la pena prevenire con una corretta informazione. L’Alcol in sé non rappresenta il problema. Il nocciolo della questione e la dipendenza che si viene a creare tra la sostanza e la persona che non riesce più a fare a meno di questo elemento che diventa vitale. La dipendenza poi comincia a generare bugie, tensioni, perdita del posto di lavoro, incapacità di concentrazione, liti familiari, tremori. Il problema non riguarda più solo “l’alcolista” ma tutto il suo nucleo familiare che vive realtà multiproblematiche correlate all’alcool. La cultura delle nostre contrade non aiuta poi a risolverli. Basterebbe entrare nei bar alle sette del mattino per notare che già a quell’ora si preferisca prendere un Caffè Sport piuttosto che il classico espresso, oppure una sambuca per iniziare bene la giornata. Il vino poi è irrinunciabile. Certo non è pensabile che si cambi dall’oggi al domani ma il dovere di informarsi e di compiere percorsi per meglio comprendere questo fenomeno dalle vaste proporzioni diventa irrinunciabile. Già da tempo le famiglie che vivono la difficoltà di avere al loro interno questo problema hanno avuto la possibilità di trovare un valido appoggio nei Club Alcolisti in Trattamento, che fanno capo all’ACAT (Associazione Clubs Alcolisti in Trattamento) esperienza che in Calabria ha visto un rapido sviluppo e che sul territorio della provincia vibonese conta già 7 clubs nei comuni di Serra San Bruno, Vibo Valentia, Sant’Onofrio, Fabrizia, Tropea, Pizzo e di prossima apertura Drapia. E’ inoltre attivo un servizio pubblico, presso l’Asl n. 8 di Vibo Valentia, l’Unita Operativa di Algologia, guidata dal Dott. Francesco Carchedi, che svolge attività di prevenzione, accoglienza, disintossicazione dalla sostanza, formula programmi socio-psico- riabilitativi e lavora in stretta collaborazione con l’ACAT vibonese. Al dottor Carchedi ho chiesto di indicarmi quanto è diffuso il problema nella nostra realtà, la risposta, purtroppo, non è stata rincuorante. Attualmente in trattamento ci sono 140 famiglie, quando già ogni anno ci sono circa 20 ricoveri per problemi alcolcorrelati nei vari reparti di medicina dei presidi ospedalieri. Il Presidio Psichiatrico di Diagnosi e Cura ha ogni anno una media di circa 18 ricoveri per delirium tremens. Cosa resta da fare? Ai giovani intelligenti propongo di partecipare ad una giornata monotematica il 18 gennaio a Stefanaconi presso la biblioteca comunale alle ore 17.00. Il tema trattato sarà: Alcol come sostanza di abuso. Questa giornata rientra in un progetto più ampio che porta questo titolo “Alcol: meglio prevenire che curare” finanziato con la legge 45/99 Fondi nazionali lotta alla droga. Si avete letto bene, perché l’alcol al pari di qualsiasi altra sostanza da abuso è considerato una droga.

Don Salvatore Danilo D’Alessandro

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"Desidero esprimere la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere alle generazioni future nello spirito che sempre lo ha animato"
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