Notizia di lunedì 24 gennaio 2005
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Incontro a San Lorenzo nel segno del Cuore del Redentore
Inaugurato appena qualche settimana addietro, il centro polifunzionale "San Lorenzo", nell'omonima località del comune di Arena dove intorno al 1200 sorse un monastero dei monaci basiliani, e' gia' in piena attivita'. Domenica scorsa, infatti, si e' svolto un "incontro di preghiera e di riflessione", sul tema dell'eucaristia e della vocazione alla vita consacrata. Potrebbe sorprendere, ma all'appuntamento erano presenti tantissimi giovani delle comunità circostanti. Un segnale, questo, che la dice lunga sulla necessita' avvertita in questi piccoli paesi della promozione di iniziative non solo sociali ma anche e soprattutto spirituali. In quest'ottica si sono mossi i promotori dell'associazione "Sacro Cuore di Gesu'" e della Congregazione delle suore di San Giuseppe. Alla riuscita della manifestazione hanno collaborato la Confraternita del SS. Rosario e l'Azione cattolica di Dasa'. L'appuntamento e' stato animato da Suor Mariapaola, venuta da Roma con un'altra consorella (era presente anche la superiora Suor Liberata di Mileto). Don Pietro Cutuli, parroco della Comunita' di Dasa' e Presidente dell'Associazione Sacro Cuore, nel corso dell'omelia ha tra l'altro voluto richiamare l'attenzione, in particolare dei giovani, sul fatto che "oggi e' fondamentale riscoprire l'importanza della presenza viva e reale dell'eucaristia del Cristo risorto, presenza che puo' cambiare il cuore dell'uomo ed essere fermento di pace e di fraternita' per tutta l'umanita'. Il Cristo, nella presenza eucaristica continua a chiamare giovani, uomini e donne che siano capaci di seguirlo nella via della vita sacerdotale o consacrata per essere testimoni del suo amore nel mondo". Un momento di grande coinvolgimento spirituale e' stato quello dell'offertorio, quando tanti giovani, per mezzo di vari segni - acqua, fuoco, erbe amare, incenso, pane e vino - hanno manifestato i propri sentimenti di fede e di amore e la volonta' di impegnarsi in un cammino che porti alla costruzione di un mondo piu' giusto e solidale. Nel corso del dibattito, seguito alla conclusione della messa, e' emersa tuttavia la difficolta' di passare, attraverso un momento di rottura, ad una scelta forte che porti ad un ideale di vita consacrata. L'incontro si e' concluso con un dono simbolico: una piccola anfora di terracotta contenente acqua benedetta "a ricordo - ha osservato don Pietro - del proprio battesimo e come mandato per essere acqua viva che rigenera la societa".
Dalla Gazzetta del Sud 19/01/2005
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