Notizia di martedì 6 luglio 2010
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Si è svolto il campo scuola 2010
Al ‘Salvatore’ ,
organizzata dalla ‘associazione del Sacro Cuore’ fondata e diretta da don Pietro Cutuli,
Dal 14 al 20 giugno si è svolto come già da …… anni il campo scuola per ragazzi dalla prima elementare alla prima media.
Il tema di quest’anno era ‘il Piccolo Principe’; una storia per bambini famosa in tutto il mondo forse per
la sua semplicità apparente che permette alla favola di essere letta da chiunque senza grossi impegni ideologici e la rende perciò, adatta a qualunque cultura. In realtà essa nasconde in una architettura letteraria formidabile proprio quello che annuncia solennemente e che è il messaggio centrale della storia: “l’essenziale si può vedere soltanto col cuore”.
Infatti, l’autore francese, Antoine de Saint Excupéry, ha ‘interrato’ nella ‘favoletta’, per per quelli che sanno ‘vedere con il cuore’, la storia della creazione del l’uomo al 6° giorno (i sei anni del bambino) dopo quella dell’universo (il libro sulle foreste primordiali) cui l’uomo è chiamato a collaborare (il disegno del bambino), la tentazione (“lascia stare il disegno e pensa alle cose serie”) la caduta e ‘l’abbandono della propria vocazione (il disegno strappato) la vita nel peccato (il vagare solo per il mondo immergendosi in mille e inutili affanni senza più interesse per il ‘sé ‘ interiore) sotto il dominio di Satana simboleggiato con il numero della bestia dell’apocalisse 666 che entra progressivamente nella storia, man mano che il protagonista si allontana dall’innocenza dell’Eden.
La nostalgia del cielo e della libertà primordiale(il mestiere di pilota) finalmente, la caduta da cavallo (incidente aereo), la conduzione nel deserto lontano da tutte le false certezze che l’uomo si costruisce(‘la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore’ .Osea 2, 16) la chiamata alla conversione(“disegnami una pecora!” non vecchia, non malata,come viene automatico a chi ha passato una vita tra i peccati/semi di Baobab a disegnare serpenti, ma un agnello senza macchia, nato nell’anno, che possa vivere a lungo. Esodo 12,5), ritornare cioè all’innocenza originaria di cui l’agnello è simbolo e entrare nel ‘riposo di Dio’: il settimo giorno (acqua solo per una settimana). Vivere o morire, decidersi per Dio o perderlo e perdersi per sempre. Questo punto, è il momento decisivo che prima o poi arriva per ogni esistenza umana, dopo una vita passata a respingere le ‘pressioni’ di Dio, quando nell’ora delle tenebre, non c’è più tempo e il Verbo pronuncia il suo ”Basta, andiamo!”. Allora è tempo dell’ultima improcrastinabile decisione:
intestardirsi bestemmiando e imprecando con la pretesa di aggiustare ‘per forza’ il nostro aereo scacciando, persino nel deserto, l’ultima fievole vocina con il nostro ridicolo fracasso e il nostro borioso ‘sono un uomo serio io’, fino a quando non sarà consumata l’ultima goccia d’acqua. Imperterriti, senza accorgersene, morire avvolti nel nostro stesso ‘ridicolo fracasso’.
Oppure:
smetterla di fare la ‘volpe’ e lasciarsi ‘addomesticare’ dalla propria coscienza attraverso cui Dio stesso ci parla, disegnando nella pagina del nostro cuore, tornata bianca grazie al deserto, quell’agnellino che Lui ci chiede con insistenza da sempre. Allora riusciremo, ‘per dono’, ad aggiustare il nostro aereo e potremo spiccare il volo, più alto e più bello.
Al campo scuola hanno preso parte 85 ragazzi provenienti da tutto il circondario; Dasà, Ariola, Ciano, Gerocarne, Dinami e Monsoreto, codiuvati da 40 animatori. Erano presenti anche 8 diversamente abili che lungi dal ‘disturbare’ come sarebbe potuto succedere in una qualunque altra struttura a tenore ‘laico’, hanno dato un tocco di maggior bellezza a tutto l’happining. Cristo, messo intenzionalmente al centro anche per mezzo dei momenti di preghiera ben cadenzati, era presente e vivo nonostante la nostra pochezza; il suo cuore palpitante ci ha avvolto per tutto il tempo. Le tante migliorie possibili, le fatiche e i piccoli incidenti quasi inevitabili in adunate del genere, non hanno intaccato nei nostri cuori la gioia di partecipare a qualcosa di speciale con Qualcuno speciale e veramente presente. Per tutti, beneficiari e collaboratori, compresi quelli che con generosità, hanno sudato in cucina e tra i tavoli a servire, è stata una veramente piacevole esperienza di amicizia, comunione e solidarietà che lascia nell’animo una certa nostalgia e la segreta ma non troppo, voglia per il futuro, di alzare il tiro.
Una manna per la nostra zona! Una grazia enorme per la nostra terra!
Sollecitudine dell’amore premuroso di Dio l’associazione del Sacro Cuore al ‘Salvatore’.
Ce ne fossero di Mosè, ‘fossero tutti profeti’ in Calabria! Nel mare del deserto in cui ci troviamo,Sappiamo apprezzare il bene che ci ‘cade dal cielo’ per la generosità di qualcuno.
Grazie Gesù!
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