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ALLA MENSA DELLA PAROLA - AUTORI VARI
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Data inserimento: 09/11/2007 XXXII DOMENICA DEL T.O.: LA RISURREZIONE DEI MORTI. (LC 20,27-38).
Siamo ormai verso la fine dell’Anno Liturgico e Gesù propone quali sono le realtà cui andremo incontro dopo la vita terrena. Dobbiamo dire implicitamente ,o esplicitamente, che Gesù affronta questo tema, sul quale ai suoi tempi, e quindi nell’antichità, era molto dibattuta l’esistenza e la realtà dopo la morte. Nel mondo di oggi si parla di questo problema, ma l’uomo moderno, anche se credente, non ritorna facilmente col pensiero a queste realtà; anzi cerca di cancellarle dalla mente, e di godere così della vita come si presenta giorno per giorno. E’ evidente che se non si ammette la vita dopo la morte, le verità fondamentali della fede non hanno dove poggiarsi: non si spiega il significato delle malattie e della stessa morte; non si capisce perché l’uomo deve tendere al bene; non si accetta nemmeno il premio dei buoni e la punizione per i cattivi. San Paolo stesso afferma che se Cristo non fosse resuscitato, non si potrebbe spiegare la nostra resurrezione e il diverso trattamento che Il Giudice ha riservato per quelli che hanno seguito la sua parola. Per quelli che non hanno creduto, Gesù presenta la morte come una punizione per il male commesso. Per i buoni, invece, ci sarà un mondo migliore, in cui chi ha sofferto sulla terra sarà premiato nella visione di Dio e degli altri beni spirituali riservati agli eletti.
Noi cosa pensiamo su questo tema? Sostanzialmente, negli uomini ci sono dubbi e incertezze, per cui spesso la vita buona di chi ha seguito Cristo viene accettata come esistente ma, non esercita quasi nessun impulso per il compimento del bene. E’ vero che è una realtà inconcepibile, quella della Resurrezione dei morti, ma si spiega completamente considerando la vita e le opere di Gesù. Tutto ciò che Egli faceva o diceva aveva un orientamento verso il Padre, dal quale anche il Messia doveva essere attratto, e i cristiani si rifacevano considerando le parole di San Paolo, dove la morte rappresenta delle realtà esistenti, anche se non personificate con immagini e simboli della vita terrena. L’uomo che crede alle realtà eterne non come un’ipotesi sarà premiato. Amiamo quindi la vita, nel senso pieno della parola e cerchiamo di godere di quei beni terreni tanto quanto basta per accettare le realtà soprannaturali. L’essenza della gloria futura non è dimostrabile con le vicende terrene dell’uomo ma in quanto le stesse realtà ci portano con certezza ad un’esistenza felice dopo le sofferenze e le prove della vita terrena. Credere,quindi, non è una fantasia, ma è come un binario che ci porterà con certezza alla stazione ultima della nostra esistenza.
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Giovanni Paolo II
"Desidero esprimere la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere alle generazioni future nello spirito che sempre lo ha animato"
Messaggio nel centenario della consacrazione del genere umano al Cuore divino di Gesù
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Parole di Gesù Divina Misericordia a Santa Faustina Kowalska
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Oggi ho udito queste parole: “ Le grazie che ti concedo non sono soltanto per te, ma anche per un gran numero di anime... E nel tuo cuore c'è la Mia stabile dimora; nonostante la miseria che sei, Mi unisco a te, ti tolgo la tua miseria e ti do la Mia Misericordia. In ogni anima compio l'opera della Misericordia e più è grande il peccatore, tanto maggiori sono i diritti che ha alla Mia Misericordia. Chi confida nella Mia Misericordia non perirà, poiché tutti i suoi problemi sono Miei ed i nemici s'infrangeranno ai piedi del Mio sgabello “.
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