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ALLA MENSA DELLA PAROLA - AUTORI VARI
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Data inserimento: 24/08/2007 DOMENICA XXI DEL T.O: PORTE LARGHE E PORTE STRETTE (LC 13,22-30).
Come presupposto necessario per la predicazione del regno di Dio da parte di Gesù e della Chiesa, bisogna aver chiaro il concetto di bene e di male, oppure il concetto di opportuno e inopportuno. Questi concetti sono facili da capirsi, così potevano pensare i faciloni, ma Gesù ne conosce bene il significato e sa quali impegni, a volte pesanti, deve assumersi il “credente”. Come sempre Gesù non vuole scoraggiare o allontanare le difficoltà a cui va incontro il predicatore del Vangelo, ma vuol far vedere che il sacrificio accettato per il regno di Dio, quando ne saranno stati visti i frutti, darà grande gioia. Anche ai nostri giorni troviamo questa problematica: ci sono delle persone che hanno visto con l’aiuto di Dio la nitidezza di questi insegnamenti e hanno pensato di aver trovato la fonte della vera gioia anche con il sacrificio della vita;sono giovani, uomini, donne e ragazzi. Ma è sottinteso anche il fatto che fare questa scelta significa rinunciare alle cose belle che ci offre la vita, è dire veramente “Io credo, Io sono cristiano e So dire una parola di conforto a chi soffre, e questo perché ho sperimentato personalmente che solo il sacrificio realizza pienamente il nostro essere e ci da la certezza di poter dire la verità . A questo si riferisce Gesù: Egli preannunzia che un giorno vedremo qual è la via giusta in quanto vedremo persone che sulla terra forse non sono state sufficientemente apprezzate, ma che ora gioiscono per quelle cose che noi abbiamo disprezzato e chei “poveri in spirito” hanno invece considerato un premio alle loro fatiche. Anche ai tempi di Gesù avveniva questo, ed era facile distinguere quale fosse il bene e quale invece era un’illusione, una chimera mai raggiunta. Difatti, essenzialmente, questi sono i problemi posti da Gesù: Egli vedeva per i suoi tempi e per tutti gli uomini che verranno sulla terra delle menti chiuse alla verità, e abbagliati ,invece, dalle tante “porte larghe” aperte in cui pensano che è veramente presente la gioia che non riescono a trovare nella loro esistenza. Anche in queste ricerche essenziali, Cristo può essere considerato Via, Verità e Vita.
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Giovanni Paolo II
"Desidero esprimere la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere alle generazioni future nello spirito che sempre lo ha animato"
Messaggio nel centenario della consacrazione del genere umano al Cuore divino di Gesù
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Parole di Gesù Divina Misericordia a Santa Faustina Kowalska
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Oggi, sotto la guida di un angelo, sono stata negli abissi dell'inferno. E un luogo di grandi tormenti per tutta la sua estensione spaventosamente grande. Queste le varie pene che ho viste: la prima pena, quella che costituisce l'inferno, è la perdita di Dio; la seconda, i continui rimorsi di coscienza; la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai; la quarta pena è il fuoco che penetra l'anima, ma non l'annienta; è una pena terribile: è un fuoco puramente spirituale acceso dall'ira di Dio; la quinta pena è l'oscurità continua, un orribile soffocante fetore, e benché sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio; la sesta pena è la compagnia continua di satana; la settima pena è la tremenda disperazione, l'odio di Dio, le imprecazioni, le maledizioni, le bestemmie. Queste sono pene che tutti i dannati soffrono insieme, ma questa non è la fine dei tormenti. Ci sono tormenti particolari per le varie anime che sono i tormenti dei sensi. Ogni anima con quello che ha peccato viene tormentata in maniera tremenda e indescrivibile. Ci sono delle orribili caverne, voragini di tormenti, dove ogni supplizio si differenzia dall'altro. Sarei morta alla vista di quelle orribIli torture, se non mi avesse sostenuta l'onnipotenza di Dio. Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà torturato per tutta l'eternità. Scrivo questo per ordine di Dio, affinché nessun'anima si giustifichi dicendo che l'inferno non c'è, oppure che nessuno c’è mai stato e nessuno sa come sia. Io, Suor Faustina, per ordine di Dio sono stata negli abissi dell'inferno, allo scopo di raccontarlo alle anime e testimoniare che l'inferno c'è.
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