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Data inserimento: 30/04/2007 IV DOMENICA DI PASQUA: LA VOCE DEL BUON PASTORE
Il Vangelo della IV domenica di Pasqua parla del Buon Pastore e introduce il tema generale della personalità di Gesù, Buon Pastore, che dà la vita per le sue pecorelle. La figura di Cristo vista sotto questo aspetto particolare, dà alla chiesa l’occasione di trattare e di meditare sul tema della chiamata di Dio rivolta agli uomini perché anch’essi, almeno intenzionalmente, ascoltino la voce di Dio che chiama tutti a collaborare per la salvezza del mondo. E’ il tema delle vocazioni sacerdotali e religiose.
Noi sacerdoti parliamo spesso di tanti argomenti, fondamentali per la vita cristiana, ma per molto tempo abbiamo sottovalutato il tema della Vocazione, considerandolo come un fatto nostro personale che indirettamente toccava i semplici fedeli. E a questo punto ogni sacerdote ha una storia sua personale che caratterizza le scelte fondamentali della sua vita. A contatto con i ragazzi e i giovani, mi sono sentito spesso rivolgere la domanda:”Perché vi siete fatto prete?” All’inizio si resta un po’ colpiti, ma poi ripenso alla mia fanciullezza, alla mia vita di famiglia e di studente, a quello che sono o che dovrei essere. Ricordo il giorno in cui, per la prima volta ho indossato la vestina di chierichetto e alle numerose volte in cui ho assistito il sacerdote nelle celebrazione della messa. Ricordo i miei giochi di bambino in cui assumevo volontariamente la posizione di celebrante di piccoli riti realizzati tra noi ragazzi. Ma più concretamente ricordo il giorno in cui, lasciando tutte le altre possibili scelte, sono entrato in seminario, e ho iniziato i miei studi per diventare sacerdote. Anni intensi di studio e di preghiera, di gioie e sofferenze che mi hanno portato fino al 10 Luglio 1960, giorno in cui, prostrato innanzi al mio vescovo, ho chiesto di essere consacrato sacerdote. Sono quasi al 50 anniversario della mia Ordinazione Sacerdotale, e non mi pento di aver fatto questa scelta perché sento in modo misterioso e non sempre comprensibile, che tutto ciò che è stato realizzato nella mia vita è stato voluto da Dio, per cui la mia scelta è stata una risposta a questa chiamata. I giovani di ogni tempo si sono resi conto della serietà e della difficoltà che la risposta alla chiamata di Dio richiede. Non sempre siamo stati coerenti all’opzione fondamentale della nostra vita, ma cerchiamo di non scoraggiarci e di riprendere con entusiasmo il nostro cammino. Non siamo noi che dobbiamo giudicare il nostro comportamento, ma ci affidiamo alla misericordia di Dio che è più forte delle nostre debolezze.
Durante questa settimana vocazionale, riproponendo ai giovani la personalità di tanti sacerdoti, ripeto a me stesso e a loro che scegliere Cristo non significa perdere o rinunciare alla nostra libertà, ma vuol dire essere stati scelti da Dio nonostante le nostre limitatezze e le nostre miserie. Tutti possono collaborare all’azione vocazionale della Chiesa, almeno con la preghiera, con le gioie e le sofferenze che la vita offre a ciascuno di noi.
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Giovanni Paolo II
"Desidero esprimere la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere alle generazioni future nello spirito che sempre lo ha animato"
Messaggio nel centenario della consacrazione del genere umano al Cuore divino di Gesù
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Parole di Gesù Divina Misericordia a Santa Faustina Kowalska
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La Madonna mi ha insegnato a prepararmi alla festa del Natale del Signore. L'ho vista oggi senza il Bambino Gesù e mi ha detto: « Figlia Mia, procura di essere mite e umile affinché Gesù che dimora continuamente nel Tuo cuore possa riposare. Adoralo nel tuo cuore. Non uscire dai tuo raccoglimento interiore. Ti otterrò, figlia Mia, la grazia di questo genere di vita interiore, di modo che senza che abbandoni la tua intimità, possa adempiere all'esterno tutti i tuoi doveri con maggior precisione. Rimani continuamente con Lui nel tuo cuore. Egli sarà la tua forza. Con le creature mantieni quei rapporti che la necessità ed i tuoi doveri esigono. Sei un'abitazione gradita del Dio vivente, nella quale Egli dimora continuamente con amore e compiacimento, e la viva presenza di Dio, che senti in maniera più viva ed evidente, ti confermerà, figlia Mia, in ciò che ti ho detto.
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