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ALLA MENSA DELLA PAROLA - AUTORI VARI
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Data inserimento: 07/03/2007 III DOMENICA DI QUARESIMA: BREVI PARABOLE DI GESU’.
Il brano evangelico riporta alcuni episodi caratteristici di vita cittadina,di cui egli si serve per dare delle istruzioni. In quei giorni, era successo che improvvisamente era crollata una torre,forse ormai vecchia, e i detriti con le pietre avevano ucciso 18 persone. La gente,secondo la mentalità del tempo, aveva cominciato a fantasticare su quale grave colpa avessero commesso quei cittadini, per fare una fine così tragica. Gesù prende l’occasione per dire che non ogni male è causato da colpe particolari, ma che tuttavia bisognava tener presente che siamo esposti ad ogni sorta di pericolo e in un attimo dobbiamo presentarci al giudizio divino.
L’altro episodio che in quei giorni era sulla bocca di tutti, era il fatto che le guardie-soldato di Pilato avevano fatto irruzione nel tempio all’ora del sacrificio. L’altare era unto del sangue delle vittime, i soldati vi aggiunsero il sangue di alcuni galilei che si trovavano nel tempio, si trattava dei membri di una setta politico-religiosa che non voleva i Romani nella Palestina. Pilato,sempre premuroso delle sorti di Roma, aveva pensato che il modo migliore per metterli a tacere era quello di farli sgozzare. Tuttavia ci potevano essere altri meritevoli della stessa pena. Questo è servito a Gesù per dire che chi non si convertiva poteva morire allo stesso modo. Il terzo episodio tratta di una parabola narrata da Gesù per dimostrare la misericordia di Dio verso i peccatori. Dice Gesù: “Un signore aveva un campo in cui c’era un grande albero di fico. Egli ogni giorno andava presso il fico ma non gli trovava mai frutto. Dopo 3 anni,deluso ancora una volta della sua vana attesa, chiamò il contadino a cui diede ordine di tagliare l’albero infruttuoso. Questi che aveva la cura degli alberi, quasi dispiaciuto per la sorte del fico, chiese una proroga per l’albero infruttuoso, con la promessa che si impegnava ad usare particolari cure per farlo fruttificare. Non sappiamo l’esito di questa decisione, ma Gesù voleva dimostrare che Egli è sempre disposto a perdonare quando il peccatore dimostra la buona volontà di convertirsi.
La conversione è frutto della grazia di Dio ma l’uomo deve mettere anche la sua collaborazione, perché, come dice Sant’Agostino: “Colui che ti ha creato senza chiedere il tuo consenso, non ti salverà se tu non lo vuoi”.
Il senso di questi scritti del Vangelo ribadisce la necessità di continuare con alacrità e con fiducia in Dio il nostro cammino di conversione se ci rendiamo conto che siamo alquanto lenti nel rispondere agli inviti del Signore.
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Giovanni Paolo II
"Desidero esprimere la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere alle generazioni future nello spirito che sempre lo ha animato"
Messaggio nel centenario della consacrazione del genere umano al Cuore divino di Gesù
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Parole di Gesù Divina Misericordia a Santa Faustina Kowalska
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Affido alle tue cure due perle preziose per il Mio Cuore, che sono le anime dei sacerdoti e le anime dei religiosi; per loro pregherai in modo particolare; la loro forza dipenderà dal vostro annientamento. Le preghiere, i digiuni, le mortificazioni, le fatiche e tutte le sofferenze, le unirai alla preghiera, al digiuno, alla mortificazione, alla fatica ed alla sofferenza Mia ed allora avranno valore di fronte al Padre Mio
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