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ALLA MENSA DELLA PAROLA - AUTORI VARI  

Data inserimento: 08/02/2007
VI DOMENICA DEL T. O.: LE BEATITUDINI.


Le beatitudini fanno parte del discorso programmatico di Gesù. Sono riportate da Matteo e da Luca. In Matteo sono in una forma più ampia in quanto egli le inserisce in un contesto che riporta contenuti dai libri Sapienziali e in quanto hanno un rapporto con la legge giudaica, sono in tutto 8.Luca riporta quelle che riguardano tutti i seguaci di Gesù e sceglie quelle che hanno contenuti sociali. Sono 4 le beatitudini e 4 i “guai”, cioè l’opposto delle beatitudini. Matteo le espone in forma generica e sapienziale, Luca sottoforma di discorso diretto. Lo spirito delle beatitudini è identico in Matteo e Luca: si tratta di una scelta preferenziale per cui i seguaci di Gesù ,quanto più avranno accettato le prove della vita presente, tanto più saranno felici sia in questa vita, proprio mentre subiscono le prove, e soprattutto nel regno dei cieli. Quanto più essi seguono Cristo, tanto maggiore sarà la loro gioia. Per Luca la beatitudine promessa è uno stato di felicità che coinvolge il corpo e lo spirito. Chi piange riderà: piangere e ridere sono sensazioni e atteggiamenti fisici.
La prima beatitudine con la pena di condanna (guai) parla proprio della ricchezza materiale che dà la possibilità a chi la possiede di un senso di sazietà solo in questa vita e non garantisce nulla di duraturo, anzi sarà causa di fame. La prima e la seconda beatitudine, inoltre, con la condanna opposta, esprimono lo stesso contenuto: la ricchezza e la povertà, quindi la sazietà e la fame. Il pianto e il riso sono segni di uno stato d’animo interiore di tristezza e di gioia. La quarta beatitudine esprime lo stato di disagio in cui si trovano i seguaci di Cristo e del suo programma: saranno rigettati,calunniati,condannati e messi a morte. E’ evidente che in essi si fa allusione alle persecuzioni che già al tempo in cui venivano scritti i Vangeli subivano i cristiani, specialmente a Gerusalemme da parte dei Giudei e a Roma da parte dei Pagani.Le due redazioni ambientano il luogo in cui Gesù parla in due posti diversi: Matteo su di un monte, Luca in una zona pianeggiante. Evidentemente si tratta della diversità delle persone alle quali il messaggio era diretto.
Così si profila l’esistenza cristiana. Conformemente a quanto Cristo ha detto in altri momenti: “Chi mi vuol seguire prenda la sua croce e mi segua”, la vita del cristiano si deve configurare con la vita di Cristo. Tale forma di vita cristiana si verifica anche ai nostri giorni: con nuove sofferenze, nuove calunnie,nuovi contrasti. Anche oggi chi crede fa riferimento sempre a Gesù. In caso contrario la sua fede non è vera e non esiste vera testimonianza. Le beatitudini possono essere capite da chi non crede soltanto se sono realizzate da quelli che credono.

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"Desidero esprimere la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere alle generazioni future nello spirito che sempre lo ha animato"
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