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ALLA MENSA DELLA PAROLA - AUTORI VARI
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Data inserimento: 14/12/2006 III DOMENICA DEL TEMPO DI AVVENTO: DIO E’ LA NOSTRA GIOIA
Tutta la liturgia dell’Avvento è un invito alla gioia,anche se ad un osservatore distratto potrebbe sembrare che si tratti dei soliti inviti alla conversione,come nella Quaresima. Certo, ogni nostro cammino verso la conversione comporta un rientrare in noi stessi per conoscere chi siamo. Ma tutto ciò avviene in un clima di gioia, in quanto il male che c’è in noi viene cancellato dalla convinzione che più forte del nostro male è la misericordia di Dio. Vediamo come traspare la gioia dalle letture di questa terza domenica di Avvento. Quando il sacerdote si reca all’altare, il coro canta: “Rallegratevi sempre nel Signore perché Egli è vicino.”La preghiera o colletta chiede a Dio Padre che la comunità dei fedeli si diriga con gioia sempre nuova alla celebrazione del Natale,anche perché Dio non è lontano da noi. La lettura di queste esortazioni ci coinvolge completamente poiché sentiamo che gli inviti alla gioia sono rivolti anche a noi. Il profeta Sofonìa, quando il popolo eletto era prigioniero in Babilonia e poi ritornato nella propria terra, lo invita alla gioia, in quanto poteva sperimentare la grande misericordia di Dio.
Dopo diversi secoli l’apostolo Paolo,nella lettera ai Filippesi, ripete l’invito alla gioia ai cristiani che formano il popolo della nuova alleanza. San Paolo li esorta a rallegrarsi nel Signore perché con la preghiera potevano sperimentare la volontà di Dio in mezzo alle lotte e alla sofferenza che richiedeva giorno per giorno la professione e la testimonianza nella fede cristiana.
Il Vangelo rivolge l’invito alla gioia in una forma implicita. Nel deserto sulle vie del fiume Giordano era comparso Giovanni che con la sua forte voce invitava tutti alla conversione, incominciando dai capi politici e religiosi. Però se Giovanni era inesorabile contro il peccato, accoglieva con comprensione quelli che si rivolgevano a lui con il desiderio di convertirsi. Egli infatti parlava ai pubblicani e ai peccatori dicendo di essere giusti nell’esigere le tasse,di non maltrattare gli inadempienti e di sentirsi responsabili verso coloro che erano privi del pane e del vestito. Così la carità verso i bisognosi causava il perdono dei peccati. Le guardie che curavano l’ordine dicevano di non maltrattare nessuno e nello stesso tempo di non pretendere eccessivamente per il lavoro che svolgevano. Per tutti valeva l’invito di accogliere il Messia che era già in mezzo al suo popolo. Anche noi siamo invitati a vivere con gioia il nostro cammino verso il Natale perché convertirsi significa essere in pace con Dio,con sé stessi e con il prossimo a determinate condizioni.
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Giovanni Paolo II
"Desidero esprimere la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere alle generazioni future nello spirito che sempre lo ha animato"
Messaggio nel centenario della consacrazione del genere umano al Cuore divino di Gesù
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Parole di Gesù Divina Misericordia a Santa Faustina Kowalska
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Non temere nulla, tutti gli ostacoli servono a far realizzare la Mia volontà.
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