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Data inserimento: 09/10/2004 LA DOMENICA DELLA GUARIGIONE (XXVIII DOMENICA PER ANNUM C)
Vangelo (Lc 17, 11-19) Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: “Gesù maestro, abbi pietà di noi!”. Appena li vide, Gesù disse: “Andate a presentarvi ai sacerdoti”. E mentre essi andavano, furono sanati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: “Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?”. E gli disse: “Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!”. Il Vangelo lo fa notare attraverso un episodio di straordinaria finezza. Gesù si avvicina a un villaggio: lo attende un gruppo di lebbrosi, che però si tiene a distanza, perché così ordinava la legge per evitare contagi. I lebbrosi probabilmente sono giudei: ma uno sicuramente è samaritano, Se fossero stati sani certamente non sarebbero stati insieme! Vale la pena notare che spesso ci vuole il dolore e soltanto il dolore per smontare l'orgoglio e farci sentire tutti fratelli. I lebbrosi sono ora davanti a Gesù. Hanno sentito parlare di lui, hanno sentito il racconto di qualche suo miracolo: è nata in loro una speranza. Restando lontani gli gridano: "Gesù maestro, abbi pietà di noi!” (Lc 17,13). E’ una preghiera bellissima: non c'è presunzione, non c'è arroganza; c'è solo l'umile abbandono di chi non ha più speranze proprie e quindi si affida docilmente al Signore... e attende. Gesù risponde in modo insolito. Non guarisce subito i lebbrosi, ma ordina loro di presentarsi ai sacerdoti. Li mette alla prova, comandando di fare, ancora da ammalati, un gesto che supponeva la guarigione già avvenuta. E i lebbrosi superano la prova, ma la loro fede subito si blocca e non si apre alla riconoscenza, alla lode, all'amore. Un solo lebbroso guarito torna indietro a dir grazie; un solo lebbroso riconosce nel dono della salute un segno dell'amore di Dio e quindi un impegno; per un solo lebbroso la vita cambia: per gli altri la salute è stato un regalo inutile. Al lebbroso riconoscente Gesù dice: "Alzati e va'. la tua fede ti ha salvato!" (Lc 17,19). Qui ci vuol condurre il racconto per dire anche a noi: non serve a niente avere la salute, se la salute la viviamo stupidamente consumandola per accumulare tesori che non contano o per cercare divertimenti che non daranno mai felicità. La vera salute non è quella del corpo; la vera salute, nella fede, si chiama salvezza, cioè accoglienza di Dio, amore di Dio, speranza e riconoscenza.
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Giovanni Paolo II
"Desidero esprimere la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere alle generazioni future nello spirito che sempre lo ha animato"
Messaggio nel centenario della consacrazione del genere umano al Cuore divino di Gesù
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Parole di Gesù Divina Misericordia a Santa Faustina Kowalska
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Sappi, figlia Mia, che Mi è gradito l'ardore del tuo cuore, e come tu desideri ardentemente unirti a Me nella santa Comunione, così anch'io desidero donarMi tutto a te. E come ricompensa per il tuo zelo ardente, riposa accanto al Mio Cuore.
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