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ALLA MENSA DELLA PAROLA - AUTORI VARI
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Data inserimento: 18/08/2004
TI ADORERANNO SIGNORE TUTTI I POPOLI DELLA TERRA (XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO)
Vangelo (Lc 13, 22-30)
In quel tempo, Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme.
Un tale gli chiese: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Rispose: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno.
Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete.
Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità!
Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori.
Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio.
Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi”.
TI ADORERANNO SIGNORE TUTTI I POPOLI DELLA TERRA
La Nuova Alleanza, instaurata con la redenzione operata da Gesù, permette a tutti di partecipare al banchetto nel Regno di Dio, purché accettiamo la correzione divina. La porta è stretta. Tutti possiamo varcarla. A patto che ci impegniamo con buona volontà, giorno dopo giorno.
C’è un piano divino salvifico da realizzare (prima lettura): nell’Antico Testamento Dio sceglie un popolo che custodisca la fede in JHWH, unico e vero Dio. Ma la scelta di un popolo ha una precisa finalità: preparare i tempi messianici del Nuovo Testamento nel quale la vera fede sarà sparsa in tutto il mondo e presso tutti i popoli. Tutti allora potranno conoscere la gloria di Dio, la sua divina maestà, la sua onnipotenza. Tutti infine potranno salire al monte santo di Dio, entrare nella Gerusalemme celeste, per godere la visione beatifica.
Per le sofferenze abbiamo una naturale espulsione (seconda lettura) perché vogliamo star bene sempre fisicamente, materialmente, psicologicamente. Eppure, nonostante i nostri sforzi per evitarle, le sofferenze sono sempre presenti nella nostra vita. Ma esse, nella prospettiva esistenziale, hanno un ruolo preciso assegnato loro da Dio: la nostra correzione. Ci correggono perché ci rendono consapevoli dei nostri limiti. E come un padre corregge i propri figli, cosi anche noi siamo provati dalle sofferenze, per nostro ammaestramento. E come i figli sono grati per la correzione ricevuta, cosi anche noi ringraziamo Dio, che si prende cura dei suoi figli, e solo la sofferenza dona loro pace e serenità.
Quanti sono quelli che si salvano? (Vangelo). A questa domanda Gesù dà due risposte: da una parte dice che sono molti, e questi molti vengono dalle varie parti del mondo, dall’altra ricorda che non è facile salvarsi perché per partecipare al banchetto del Regno bisogna passare attraverso la porta stretta: bisogna cioè accettare la croce, sacrificarsi, rinunciare ai piaceri di questo mondo, osservare la Parola del Signore, anche quando comporta sofferenze, umiliazioni o disprezzo. Parteciperanno al banchetto nel Regno dei cieli soltanto coloro che avranno avuto il coraggio e la generosità di conformare la propria vita al Vangelo.
Essere cristiani vuol dire amare come Cristo ha amato, non disdegnando di salire sulla croce. È questa la porta stretta da varcare.
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Giovanni Paolo II
"Desidero esprimere la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere alle generazioni future nello spirito che sempre lo ha animato"
Messaggio nel centenario della consacrazione del genere umano al Cuore divino di Gesù
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Parole di Gesù Divina Misericordia a
Santa Faustina Kowalska
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Mi dai una grande gioia quando adori la SS.ma Trinità per le grazie ed i privilegi che mi ha concesso.
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