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ALLA MENSA DELLA PAROLA - AUTORI VARI
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Data inserimento: 26/10/2008 XXX DOME. DEL T.O.: AMERAI IL SIGNORE TUO DIO, E IL TUO PROSSIMO COME TE STESSO
Il dottore della legge interroga Gesù solo per metterlo alla prova. Succede spesso a chi pensa di avere sempre ragione. Si mette a discutere anche con Gesù, cercando qualche contraddizione per dimostrare che sbaglia. Lo facciamo abitualmente con gli altri. Ci basta una “prova” per condannare, per non essere più amici, per diventare indifferenti, che è il contrario di avere amore. I farisei sono come gli uomini che non ascoltano più nessuno: interpretano, calcolano, confrontano, ma non stanno a sentire. Un fariseo, un adulto, un uomo autosufficiente, chi sta a sentire? Chi ascoltiamo e prendiamo sul serio noi? I farisei si conservano, non si spendono mai per gli altri; si perfezionano, ma non cambiano; discutono, ma difendono la loro verità e le loro ragioni. Gesù li scandalizza con il suo amore esagerato, pieno di misericordia e di pietà, libero. Per i farisei l’amore è una regola e sono disobbedienti in maniera pratica. Non amano e non si lasciano amare. Per Gesù i bambini entreranno nel regno e ne comprendono il segreto: loro hanno bisogno di amare e di essere amati. Nell’amore non siamo davvero, sempre, dei bambini? La domanda posta dal dottore della legge è fondamentale. “Qual è il più grande comandamento della legge?”. È facile nella confusione della nostra vita relativizzare tutto, vivere senza un comandamento chiaro, una priorità e non tante successive. Un comandamento non può essere ridotto alla mia psicologia, ma obbliga impone di adattarsi a questo. È facile, invece, che le mie sensazioni, il mio benessere, assurgano a comandamento, cioè siano la legge cui obbediamo. Per il Signore c’è solo una legge: è quella dell’amore. È un comandamento che salva chi ama e rende migliore la vita di chi è amato. L’amore trasforma la nostra vita molto più di quanto pensiamo con i nostri calcoli, i nostri dubbi, le nostre certezze, le tante rassegnazioni. Ma occorre obbedire come bambini alla legge dell’amore. Siamo così analfabeti dell’amore: tutti dobbiamo sempre andare a scuola del volere bene! E c’è un unico Maestro, colui che ha l’amore più grande, dare la propria vita per i suoi amici. Per questo ha vinto il male. Il Vangelo ci richiama all’essenza della fede e della vita. Il Vangelo ci dice che l’essenza della fede è l’unità dei due comandamenti: l’amore del prossimo è assimilato all’amore totale a Dio. Tale identificazione non sminuisce ovviamente l’uno o l’altro dei due termini. Ed è comunque inequivocabile il primato di Dio. Tuttavia non si può amare Dio senza amare anche il prossimo. Questo sta a dire che la strada per arrivare a Dio incrocia necessariamente quella che porta agli uomini, soprattutto quella che conduce verso i più deboli. Aiutando loro si aiuta Dio, difendendo loro si difende Dio. Non solo. Dio non sembra neppure mettersi in concorrenza con l’amore per gli uomini. Non insiste infatti sulla reciprocità, come faremmo noi. Gesù non ci dice “amate me come io ho amato voi”, ma “amatevi come io vi ho amato”. Le disposizioni del Libro dell’Esodo che ci vengono riproposte chiariscono questa prospettiva. Ci vien chiesto di accogliere lo straniero (un comando chiaro che ridicolizza la grettezza e l’egoismo da cui nasce una certa normativa tesa a restringere e a respingere), l’orfano e la vedova. Dio stesso si è messo dalla loro parte. Egli ascolta il loro grido e farà giustizia. Da questi due comandamenti dipende non solo tutta la legge e i profeti, ma anche la stessa vita sulla nostra terra, se vogliamo che sia davvero dignitosa per tutti. La parola evangelica che abbiamo ricevuto è chiara ed essenziale e ci aiuta a trovare ciò che davvero conta nella nostra vita: è la libertà del Vangelo che in maniera concreta ci insegna a voler bene a Dio e agli uomini. La libertà del Vangelo è di amare e fare quello che vogliamo, non per vivere secondo noi stessi, ma per legarci nell’entusiasmante avventura del volere bene. Lasciamoci andare alla legge dell’amore, della carità! L’amore tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L’amore non finisce.
Mons. Vincenzo Paglia
Fonte: www. lachiesa.it
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Giovanni Paolo II
"Desidero esprimere la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere alle generazioni future nello spirito che sempre lo ha animato"
Messaggio nel centenario della consacrazione del genere umano al Cuore divino di Gesù
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Parole di Gesù Divina Misericordia a Santa Faustina Kowalska
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Per confermare il tuo spirito parlo attraverso i Miei rappresentanti, in conformità di quello che esigo da te, ma sappi che non sarà sempre così. Ti contrasteranno in molte cose e per questo si manifesterà in te la Mia grazia e che questa faccenda è Mia, ma tu non aver paura di nulla, Io sono sempre con te. Sappi ancora questo, figlia Mia, che tutte le creature, sia che lo sappiano, sia che non lo sappiano, sia che vogliano, sia che non vogliano, fanno sempre la Mia volontà.
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