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ALLA MENSA DELLA PAROLA - AUTORI VARI
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Data inserimento: 20/09/2008 XXV DOMENICA DEL T.O.: DIO CHIAMA TUTTI E CHIAMA A TUTTE LE ORE.
Padre Raniero Cantalamessa
La parabola degli operai mandati a lavorare nella vigna in ore diverse del giorno ha creato sempre grosse difficoltà ai lettori del Vangelo. È accettabile il modo di fare del padrone che dà la stessa paga a chi ha lavorato unora e a chi ha lavorato unintera giornata? Non viola, esso, il principio della giusta ricompensa? I sindacati insorgerebbero in coro oggi, se qualcuno facesse come quel padrone.
La difficoltà nasce da un equivoco. Si considera il problema della ricompensa in astratto e in generale, oppure in riferimento alla ricompensa eterna in cielo. Vista così, la cosa contraddirebbe in effetti il principio secondo cui Dio "rende a ciascuno secondo le sue opere" (Rom 2, 6). Ma Gesù si riferisce qui a una situazione concreta, a un caso ben preciso. Lunico denaro che viene dato a tutti è il regno dei cieli che Gesù ha portato sulla terra; è la possibilità di entrare a far parte della salvezza messianica. La parabola comincia dicendo: "Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì allalba...".
Il problema è, ancora una volta, quello della posizione di ebrei e pagani, o di giusti e peccatori, nei confronti della salvezza annunciata da Gesù. Anche se i pagani (rispettivamente, i peccatori, i pubblicani, le prostitute ecc.) solo davanti alla predicazione di Gesù si sono decisi per Dio, mentre prima erano lontani ("oziosi"), non per questo occuperanno nel regno una posizione diversa e inferiore. Anchessi siederanno alla stessa mensa e godranno della pienezza dei beni messianici. Anzi, poiché essi si mostrano più pronti ad accogliere il Vangelo, che non i cosiddetti "giusti", ecco che si realizza quello che Gesù dice a conclusione della parabola odierna: "Gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi".
Una volta conosciuto il regno, cioè una volta abbracciata la fede, allora sì che cè posto per le diversificazioni. Non è più identica la sorte di chi serve Dio per tutta la vita, facendo fruttare al massimo i suoi talenti, rispetto a chi dà a Dio solo i rimasugli della vita, con una confessione rimediata, in qualche modo, allultimo momento.
La parabola contiene anche un insegnamento di ordine spirituale di massima importanza: Dio chiama tutti e chiama a tutte le ore. Il problema, insomma, della chiamata, più che quello della ricompensa. Questo è il modo con cui la nostra parabola è stata utilizzata nellesortazione di Giovanni Paolo II su "vocazione e missione dei laici nella Chiesa e nel mondo" (Christifideles laici). "I fedeli laici appartengono a quel popolo di Dio che è raffigurato dagli operai della vigna...Andate anche voi nella mia vigna. La chiamata non riguarda soltanto i pastori, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, ma si estende a tutti. Anche i fedeli laici sono personalmente chiamati dal Signore" (nr.1-2).
Vorrei attirare lattenzione su un aspetto che è forse marginale nella parabola, ma quanto mai sentito e vitale nella società moderna: il problema della disoccupazione. Alla domanda del padrone: "Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi?", gli operai risposero: "Nessuno ci ha presi a giornata". Questa risposta sconsolata potrebbe essere data oggi da milioni di disoccupati.
Gesù non era insensibile a questo problema. Se egli descrive così bene la scena è perché tante volte il suo sguardo si era posato con compassione su quei crocchi di uomini seduti per terra, o appoggiati a qualche muricciolo, con un piede contro la parete, in attesa di essere "ingaggiati". Quel padrone sa che gli operai dellultima ora hanno le stesse necessità degli altri, hanno anche loro bambini da sfamare, come ce lhanno quelli della prima ora. Dando a tutti la stessa paga, il padrone mostra di non tener conto soltanto del merito, ma anche del bisogno. Le nostre società capitalistiche basano la ricompensa unicamente sul merito (spesso più nominale che reale) e sullanzianità di servizio, e non sul bisogno di ogni persona. Nel momento in cui un giovane operaio o un professionista ha più bisogno di guadagnare per farsi una casa e una famiglia, la sua paga risulta la più bassa, mentre alla fine della carriera, quando ormai ne ha meno bisogno, la ricompensa (specie presso certe categorie sociali), arriva alle stelle. La parabola degli operai nella vigna ci invita a trovare un più giusto equilibrio tra le due esigenze del merito e del bisogno.
Fonte: www.lachiesa.it
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Giovanni Paolo II
"Desidero esprimere la mia approvazione e il mio incoraggiamento a quanti, a qualunque titolo, nella Chiesa continuano a coltivare, approfondire e promuovere il culto al Cuore di Cristo, con linguaggio e forme adatte al nostro tempo, in modo da poterlo trasmettere alle generazioni future nello spirito che sempre lo ha animato"
Messaggio nel centenario della consacrazione del genere umano al Cuore divino di Gesù
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Parole di Gesù Divina Misericordia a Santa Faustina Kowalska
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Oggi ho udito queste parole: “ Le grazie che ti concedo non sono soltanto per te, ma anche per un gran numero di anime... E nel tuo cuore c'è la Mia stabile dimora; nonostante la miseria che sei, Mi unisco a te, ti tolgo la tua miseria e ti do la Mia Misericordia. In ogni anima compio l'opera della Misericordia e più è grande il peccatore, tanto maggiori sono i diritti che ha alla Mia Misericordia. Chi confida nella Mia Misericordia non perirà, poiché tutti i suoi problemi sono Miei ed i nemici s'infrangeranno ai piedi del Mio sgabello “.
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